PREMIO SOCIALLY CORRECT – IL FRUTTO DI CREDERE IN SÉ STESSI

by

“Ragazzi non ci crederete, ma avete vinto!”
Certe notizie arrivano quando meno te lo aspetti.
E in quell’istante ci scorrevano davanti agli occhi tutte le pagine dei libri studiati, le ore di lezione, le 3 di notte a disegnare bozze per lo storyboard pur non avendo mai fatto illustrazioni, l’adrenalina e l’ansia di consegnare il pacco alle poste prima della scadenza, i brain storming e gli uragani di idee in cui ci siamo immersi a capofitto negli ultimi mesi.

Ebbene, in occasione del Festival dei 2mondi di Spoleto, il 12 Luglio abbiamo dato onore ai nostri sacrifici e reso dignità alla nostra passione.
La soddisfazione nei nostri occhi, quel giorno, raccontava tutto questo, con la voce che tremava come l’incertezza se quello fosse o meno un sogno.

Tutto questo grazie all’associazione Paolo Ettorre – Socially Correct, che da anni porta avanti la vocazione di un uomo che si è distinto nel mondo della pubblicità per il suo spessore culturale, la sua infinita curiosità e il forte interesse per i problemi che riguardano la società.

Alessandro Bongermino (Art Director) e Chiara Fasolino (Copywriter) insieme al Prof. Marco Livi il giorno della premiazione a Spoleto

L’ASSOCIAZIONE PAOLO ETTORRE – SOCIALLY CORRECT

Ad oggi, la famiglia Ettorre e l’agenzia Saatchi & Saatchi in Italia si fanno portavoce di questa empatia, che è la virtù, il valore-garanzia per instaurare un contatto con il pubblico e creare una relazione fondata sulle emozioni, il coinvolgimento della mente e dell’animo. Per essere ricordati oltre il tempo di uno spot e i confini di una campagna.
È importante riconoscere come un’agenzia-icona dell’Advertising, riconosciuta tra le più importanti a livello mondiale, si faccia patrocinatrice di un’iniziativa meritocratica, che premia giovani in tutta Italia per la realizzazione concreta di progetti, permettendo loro di inserirsi – ancora nel corso della loro carriera universitaria – all’interno di un’importante realtà lavorativa, dando loro la possibilità di far parte di un team di esperti, di acquisire esperienza e dare il meglio di se stessi nel concretizzare una passione.

L’UNIVERSITA’ DI URBINO CARLO BO E “CPO”

Sin dal primo giorno in cui ci è stato comunicato il concorso, io e Alessandro Bongermino ci siamo detti “lo facciamo?” e ci siamo lanciati a capofitto in questa sfida, una scelta dettata dall’impulso legato alla consapevolezza che entrambi avevamo le basi giuste per poter gareggiare dignitosamente.
Studiare all’Università di Urbino Carlo Bo e in particolare far parte del Corso di Laurea in “Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni” (CPO) è stato un grande aiuto per crescere a livello formativo e come individui della società di cui siamo parte e del mondo che abitiamo. Ogni lezione seguita non è mai stata una semplice e passiva lezione frontale, ma un’occasione di dibattito, di messa in gioco delle nostre capacità critiche e delle nostre abilità pratiche, dai corsi più teorici ai laboratori.
La competenza di professori sociologi ed esperti di marketing e comunicazione e la componente attiva di ciascun corso ci hanno permesso di acquisire una maggiore cultura e sensibilità, nonché di allargare i confini della nostra mente, senza forzarci a schemi di pensiero ma insegnandoci ad avere una visione delle cose che si alimenta di più prospettive.
Sono queste le basi che più conserviamo per la futura carriera di creativi a cui aspiriamo; sono le fondamenta in cui confidiamo per generare mondi e connessioni tra mondi nella nostra mente e originare qualcosa di nuovo e di realmente utile.
Io e Alessandro – in qualità di copywriter e art director – non abbiamo mai scisso i nostri ruoli, ma abbiamo lavorato in sincronia e sintonia, fondendo pensieri visivi e verbali, cercando di arrivare a comunicare un messaggio che fosse coerente dal punto di vista dello sguardo e della lettura perché potesse essere di impatto, qualcosa su cui ci si sofferma a riflettere.

IL NOSTRO PROGETTO

La nostra proposta di campagna, in linea con il brief e gli obiettivi del concorso, mira a sensibilizzare gli individui sulle conseguenze che il gioco d’azzardo comporta nella vita sociale e familiare.
Alla luce delle conoscenze acquisite attraverso lo studio, abbiamo voluto far leva su un insight che esiste da sempre nella vita delle persone: il bisogno di appartenenze, di legami con gli altri, del senso di “casa”, che è cruciale in ogni individuo, al pari del suo bisogno di differenziazione. Alla luce di ciò, abbiamo voluto evidenziare il modo in cui la dipendenza da gioco d’azzardo porta l’individuo ad auto-escludersi dai rapporti familiari, dalle relazioni sociali e ad estraniarsi dalla realtà, ritrovandosi così solo e privo di tutto ciò che gli è caro.
Con l’avanzare dei mesi, abbiamo scavato a fondo questa problematica e ci siamo avvicinati sensibilmente al tema, dapprima ignari di tutte le conseguenze del disturbo da gioco d’azzardo e di quanto quest’ultimo possa essere considerato pari a qualsiasi altra dipendenza da sostanze o da alcool. È una tematica che abbiamo fatto nostra e forse questa è stata una delle prime ragioni per cui, dopo esserci informati e aver fatto un’analisi accurata, in un secondo momento non riuscivamo a smettere di produrre idee.
La nostra mente lavorava a 500 km/h e con il costante supporto del professor Livi siamo riusciti a darci un freno, a fare una selezione delle proposte più efficaci per poter poi dar vita a un progetto coerente nelle sue parti.

Avremmo potuto concentrarci su svariati tipi di gioco d’azzardo, ma abbiamo preferito tra tutti il gratta e vinci, perché il più acquistato, accessibile e dalla presunta possibilità di vincita immediata. Assicurato minimo sforzo, illusorio massimo risultato.
Abbiamo voluto così rappresentare la maniera in cui un gesto apparentemente banale e semplice, come il grattare con una monetina un gioco a premi, presenti in realtà forti ripercussioni a livello sociale, economico e psichico.
Abbiamo deciso di puntare ad un visual più forte di simboli, in contrapposizione ad un headline più semplice, chiaro, immediato, rispettando un tono di voce istituzionale, che fosse severo ma al tempo stesso morbido, perché potesse fungere da sincera avvertenza e consiglio, da presa di coscienza della realtà per chi si sente chiamato in causa, piuttosto che da accusa o attacco offensivo.
L’immagine rappresenta un’istantanea di una famiglia nel giardino di casa: la donna/moglie, il bambino/figlio e la casa nella foto risultano “grattati” come i simboli di una comune schedina; sotto le figure grattate, compare la scritta “non hai vinto ritenta”, a simboleggiare che il soggetto, mentre spende il suo tempo a giocare, sta perdendo quanto ha di più prezioso.

Alessandro e Chiara alla consegna del premio Socially Correct

L’AZZARDOPATIA

Come la dottoressa Mainolfi – dirigente Comunicazione del Ministero della Salute – e gli altri esperti psicoanalisti hanno discusso nel dibattito tenutosi in occasione della premiazione, i numeri da sempre fanno parte della vita dell’uomo. Si interpellano i numeri per cercare di dare un ordine dall’esterno al disordine che l’uomo prova all’interno. Da che esiste la cultura e le società, esistono i numeri. Si scandiscono i giorni della settimana, si scandisce il tempo, si definiscono le stagioni e si gioca coi numeri, tentando “la sorte”. Tentando di dare un senso a ciò che non ha senso. Per ricevere un bagliore di luce lì dove tutto appare oscuro.
Da che esistiamo, cerchiamo stratagemmi per trovare risposte a enigmi impossibili da risolvere. E ci convinciamo di tali risposte. Ci affidiamo al caso, alla fede, alla fortuna. Ci ossessioniamo quando c’è qualcosa in noi che vacilla, e cerchiamo di trovare un equilibrio, di riassestarci, di tappare buchi. Diventiamo dipendenti, al punto da non saper più trovare il controllo da soli, ricercandolo in qualcosa al di fuori di noi.

Ecco che una campagna Socially Correct come questa sull’azzardopatia intende riportare alla realtà chi ne soffre, a una realtà che gli si sta sgretolando tra le mani, al di fuori della coscienza e della razionalità.
È una campagna che intende far luce su questa coscienza attraverso precise parole incisive e immagini che attraversino lo sguardo per arrivare direttamente all’animo, modificando disposizioni mentali e comportamenti durativi nel tempo. Questo è il lato più umano della pubblicità, che, se riesce nel suo obiettivo, può fare del bene al mondo.

Pubblicità

Tag: , , , , , , , , , , , ,

Una Risposta to “PREMIO SOCIALLY CORRECT – IL FRUTTO DI CREDERE IN SÉ STESSI”

  1. Socially Correct 2019 : marcolivicopy&co. Says:

    […] Premio Socially Correct – Il frutto di credere in sé stessi […]

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: