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Non è la solita campagna di comunicazione: gli studenti CPO costruiscono la nuova narrativa dell’Università di Urbino

luglio 8, 2020

La campagna di comunicazione dell’Ateneo di quest’anno, presentata il 6 luglio in conferenza stampa, segna senza dubbio un “cambio di passo”, sia per i suoi contenuti, sia per le modalità con le quali si è arrivati alla sua ideazione e realizzazione.

Il concept, infatti, è il frutto di un lungo di lavoro di collaborazione tra uno dei creativi italiani che tutti gli studenti dei corsi di pubblicità conoscono (o dovrebbero conoscere), Paolo Iabichino, e un gruppo di studenti del corso di laurea magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni dell’Università di Urbino.

Il percorso è iniziato a ottobre 2019 con un workshop tenuto da Paolo Iabichino con alcuni studenti, organizzato dalla professoressa Lella Mazzoli all’interno del Festival del Giornalismo Culturale, ed è proseguito nel corso dell’inverno coinvolgendo 3 gruppi di studenti che hanno deciso di mettersi in gioco, frequentanti il corso di Comunicazione d’Impresa della professoressa Lella Mazzoli e coordinati dalla professoressa Stefania Antonioni.

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Paolo Iabichino al lavoro con i 3 gruppi di studenti CPO

L’emergenza Covid-19 non ha interrotto questo processo perché i 3 gruppi hanno continuato a lavorare da remoto coordinandosi con i loro supervisor. All’inizio della primavera le idee creative erano ormai diventate progetti comunicativi concreti e ben definiti e ciascun team ha presentato il proprio concept nel corso di una riunione in streaming con il Magnifico Rettore e con lo staff della comunicazione d’Ateneo.

Questa riunione ha decretato il progetto vincitore, scelto per diventare la prima campagna di comunicazione di un’università italiana interamente ideata dagli studenti per gli studenti.

Il gruppo vincitore, composto da Sabrina Banci, Diletta Carbonari, Fabiola Fenili, Elisa Invernizzi, Letizia Kalombo e Massimo Terenzi, ha lavorato sul bisogno di un “Nuovo Umanesimo” e sulla sfida di dare forma attraverso parole e immagini a questo concept così profondo.

Elisa Invernizzi ci racconta come sono riusciti in quest’impresa e qual è stato il valore di quest’esperienza.

“Ragazzi, la campagna di Comunicazione 2020 per l’Università di Urbino sarà la vostra, complimenti!”, leggere queste parole dalla sedia di casa, in solitaria, a chilometri di distanza dai nostri compagni di corso è stata un’esperienza particolarmente emozionante e indimenticabile. A seguire, un fiume di notifiche e messaggi sui nostri smartphone e una chiamata Skype dove i sorrisi prendevano il posto delle parole, che sarebbero stati abbracci se solo non fossimo stati in lockdown. Così, via email, abbiamo saputo che il Rettore e il Team di Ateneo avevano scelto la proposta del nostro “Team Umanesimo”, presentata da Elisa Invernizzi insieme ai colleghi Sabrina Banci, Diletta Carbonari, Fabiola Fenili, Letizia Kalombo e Massimo Terenzi.

Era il 9 aprile 2020 e si concludevano in questo modo i lavori di un workshop iniziato in aula diversi mesi prima. Per noi studenti questa è stata un’esperienza speciale per tanti motivi, primo fra tutti quello di poter incontrare ed essere guidati dalla direzione creativa di Paolo Iabichino, nella realizzazione di “una campagna fatta dagli studenti per gli studenti”, come lui stesso l’ha definita. Insieme abbiamo studiato il brief e subito abbiamo capito che era il momento giusto per innovare la comunicazione istituzionale e posizionare l’Ateneo, per la prima volta, in una nicchia non ancora presidiata da nessun competitor nazionale e valorizzare così l’offerta formativa.

Siamo partiti da un’approfondita benchmark analysis, poi allargata al contesto internazionale, grazie alla quale abbiamo raccolto idee e trend molto interessanti che ci hanno contaminato e ispirato.

Abbiamo sempre tenuto in conto le radici di Urbino, “Città Ideale” per studiare, culla dell’Umanesimo, che si basa su valori chiave che non passano mai di moda, anzi diventano ogni giorno più attuali.

Operativamente, Paolo Iabichino ci ha insegnato un metodo rigoroso per ispirare la scrittura pubblicitaria, dove non si lascia spazio ai cliché, agli stereotipi e alla sterilità estetica ma si dichiara la presa di posizione con un “credo” di asserzioni incisive e oneste, che costruisce il cosiddetto Brand Manifesto.

Superando il concetto di consumer insight, abbiamo quindi individuato una tensione culturale: un tema ampio che appartiene alla collettività, una problematica di tipo culturale che l’Università di Urbino si preoccupa di risolvere.

La nostra campagna tratta dell’urgenza di un Nuovo Umanesimo, legata alla mancanza di valori e all’incertezza, che permeano come mai prima d’ora ogni ambito, passando dal sistema educativo ai singoli cittadini. Una tensione pertinente, credibile e rilevante per consentire all’Università di rivendicare il suo legittimo posto di guida nella società.  Infatti, trattiamo di Umanesimo digitale in un momento di iper-tecnologizzazione imperante e di atrofia culturale. E ancora, parliamo di come i bisogni della persona si esprimano online, dell’equilibrio tra conoscenze specialistiche e trasversali e dell’esigenza di un sapere condiviso in grado di far fronte alla complessità e alla mutazione continua.

Dai nostri brainstorming vorticosi, dalle reference e dalle numerose evidenze abbiamo fatto nascere una campagna che mette in scena la conoscenza e lo studio in un modo inaspettato e disruptive, con un linguaggio conciso e franco. Una campagna tipografica lapidaria, fatta di statement multisoggetto per raccontare come l’obiettivo di questo Ateneo non sia solo quello di formare laureati ma cittadini responsabili.

Per settimane ci siamo impegnati a giocare letteralmente con le parole, per partorire alla fine un lavoro di copywriting di cui andiamo orgogliosi, fatto da headline incisive che catturano l’attenzione chiamando in causa esplicitamente il lettore e di bodycopy che ribaltano inaspettatamente il segno e la convenzione. Infatti, tutto quello che è consuetudine, luogo comune legato all’immaginario universitario e parentale, viene messo in scena, teatralizzato e scardinato grazie a “parole-killer” provocatorie.

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Uno dei soggetti della campagna d’Ateneo di quest’anno

Siamo felici che proprio questa campagna figurerà nel nostro portfolio da neo-pubblicitari, come il primo lavoro che abbiamo davvero pubblicato, perché è stata un’esperienza speciale, conclusa in una situazione emergenziale e che parlava profeticamente, in qualche modo, anche di rinascita.

Cogliamo l’occasione per ringraziare il corpo docenti, in particolare le professoresse Mazzoli e Antonioni, che ci hanno coinvolto nella proposta di questo workshop, il Magnifico Rettore e il Team di Ateneo, che ci hanno premiati e un grazie particolare al direttore creativo Paolo Iabichino per i preziosi insegnamenti che ci accompagneranno in tanti altri progetti.

Il nostro è stato un lavoro di gruppo per mantenere continuità e coerenza con l’identità di Ateneo, per arricchire di senso il payoff “Crescere nella conoscenza”, pronunciato durante il discorso di apertura dell’anno accademico e comunicare l’urgente esigenza di un Nuovo Umanesimo. Una campagna per i futuri studenti che pone l’accento sul fatto che la laurea sia un mattone nella costruzione collettiva, uno strumento da cui l’intera società può trarre beneficio per trovare soluzioni che possano generare un successo sostenibile.

Elisa Invernizzi

PREMIO SOCIALLY CORRECT – IL FRUTTO DI CREDERE IN SÉ STESSI

luglio 15, 2019

“Ragazzi non ci crederete, ma avete vinto!”
Certe notizie arrivano quando meno te lo aspetti.
E in quell’istante ci scorrevano davanti agli occhi tutte le pagine dei libri studiati, le ore di lezione, le 3 di notte a disegnare bozze per lo storyboard pur non avendo mai fatto illustrazioni, l’adrenalina e l’ansia di consegnare il pacco alle poste prima della scadenza, i brain storming e gli uragani di idee in cui ci siamo immersi a capofitto negli ultimi mesi.

Ebbene, in occasione del Festival dei 2mondi di Spoleto, il 12 Luglio abbiamo dato onore ai nostri sacrifici e reso dignità alla nostra passione.
La soddisfazione nei nostri occhi, quel giorno, raccontava tutto questo, con la voce che tremava come l’incertezza se quello fosse o meno un sogno.

Tutto questo grazie all’associazione Paolo Ettorre – Socially Correct, che da anni porta avanti la vocazione di un uomo che si è distinto nel mondo della pubblicità per il suo spessore culturale, la sua infinita curiosità e il forte interesse per i problemi che riguardano la società.

Alessandro Bongermino (Art Director) e Chiara Fasolino (Copywriter) insieme al Prof. Marco Livi il giorno della premiazione a Spoleto

L’ASSOCIAZIONE PAOLO ETTORRE – SOCIALLY CORRECT

Ad oggi, la famiglia Ettorre e l’agenzia Saatchi & Saatchi in Italia si fanno portavoce di questa empatia, che è la virtù, il valore-garanzia per instaurare un contatto con il pubblico e creare una relazione fondata sulle emozioni, il coinvolgimento della mente e dell’animo. Per essere ricordati oltre il tempo di uno spot e i confini di una campagna.
È importante riconoscere come un’agenzia-icona dell’Advertising, riconosciuta tra le più importanti a livello mondiale, si faccia patrocinatrice di un’iniziativa meritocratica, che premia giovani in tutta Italia per la realizzazione concreta di progetti, permettendo loro di inserirsi – ancora nel corso della loro carriera universitaria – all’interno di un’importante realtà lavorativa, dando loro la possibilità di far parte di un team di esperti, di acquisire esperienza e dare il meglio di se stessi nel concretizzare una passione.

L’UNIVERSITA’ DI URBINO CARLO BO E “CPO”

Sin dal primo giorno in cui ci è stato comunicato il concorso, io e Alessandro Bongermino ci siamo detti “lo facciamo?” e ci siamo lanciati a capofitto in questa sfida, una scelta dettata dall’impulso legato alla consapevolezza che entrambi avevamo le basi giuste per poter gareggiare dignitosamente.
Studiare all’Università di Urbino Carlo Bo e in particolare far parte del Corso di Laurea in “Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni” (CPO) è stato un grande aiuto per crescere a livello formativo e come individui della società di cui siamo parte e del mondo che abitiamo. Ogni lezione seguita non è mai stata una semplice e passiva lezione frontale, ma un’occasione di dibattito, di messa in gioco delle nostre capacità critiche e delle nostre abilità pratiche, dai corsi più teorici ai laboratori.
La competenza di professori sociologi ed esperti di marketing e comunicazione e la componente attiva di ciascun corso ci hanno permesso di acquisire una maggiore cultura e sensibilità, nonché di allargare i confini della nostra mente, senza forzarci a schemi di pensiero ma insegnandoci ad avere una visione delle cose che si alimenta di più prospettive.
Sono queste le basi che più conserviamo per la futura carriera di creativi a cui aspiriamo; sono le fondamenta in cui confidiamo per generare mondi e connessioni tra mondi nella nostra mente e originare qualcosa di nuovo e di realmente utile.
Io e Alessandro – in qualità di copywriter e art director – non abbiamo mai scisso i nostri ruoli, ma abbiamo lavorato in sincronia e sintonia, fondendo pensieri visivi e verbali, cercando di arrivare a comunicare un messaggio che fosse coerente dal punto di vista dello sguardo e della lettura perché potesse essere di impatto, qualcosa su cui ci si sofferma a riflettere.

IL NOSTRO PROGETTO

La nostra proposta di campagna, in linea con il brief e gli obiettivi del concorso, mira a sensibilizzare gli individui sulle conseguenze che il gioco d’azzardo comporta nella vita sociale e familiare.
Alla luce delle conoscenze acquisite attraverso lo studio, abbiamo voluto far leva su un insight che esiste da sempre nella vita delle persone: il bisogno di appartenenze, di legami con gli altri, del senso di “casa”, che è cruciale in ogni individuo, al pari del suo bisogno di differenziazione. Alla luce di ciò, abbiamo voluto evidenziare il modo in cui la dipendenza da gioco d’azzardo porta l’individuo ad auto-escludersi dai rapporti familiari, dalle relazioni sociali e ad estraniarsi dalla realtà, ritrovandosi così solo e privo di tutto ciò che gli è caro.
Con l’avanzare dei mesi, abbiamo scavato a fondo questa problematica e ci siamo avvicinati sensibilmente al tema, dapprima ignari di tutte le conseguenze del disturbo da gioco d’azzardo e di quanto quest’ultimo possa essere considerato pari a qualsiasi altra dipendenza da sostanze o da alcool. È una tematica che abbiamo fatto nostra e forse questa è stata una delle prime ragioni per cui, dopo esserci informati e aver fatto un’analisi accurata, in un secondo momento non riuscivamo a smettere di produrre idee.
La nostra mente lavorava a 500 km/h e con il costante supporto del professor Livi siamo riusciti a darci un freno, a fare una selezione delle proposte più efficaci per poter poi dar vita a un progetto coerente nelle sue parti.

Avremmo potuto concentrarci su svariati tipi di gioco d’azzardo, ma abbiamo preferito tra tutti il gratta e vinci, perché il più acquistato, accessibile e dalla presunta possibilità di vincita immediata. Assicurato minimo sforzo, illusorio massimo risultato.
Abbiamo voluto così rappresentare la maniera in cui un gesto apparentemente banale e semplice, come il grattare con una monetina un gioco a premi, presenti in realtà forti ripercussioni a livello sociale, economico e psichico.
Abbiamo deciso di puntare ad un visual più forte di simboli, in contrapposizione ad un headline più semplice, chiaro, immediato, rispettando un tono di voce istituzionale, che fosse severo ma al tempo stesso morbido, perché potesse fungere da sincera avvertenza e consiglio, da presa di coscienza della realtà per chi si sente chiamato in causa, piuttosto che da accusa o attacco offensivo.
L’immagine rappresenta un’istantanea di una famiglia nel giardino di casa: la donna/moglie, il bambino/figlio e la casa nella foto risultano “grattati” come i simboli di una comune schedina; sotto le figure grattate, compare la scritta “non hai vinto ritenta”, a simboleggiare che il soggetto, mentre spende il suo tempo a giocare, sta perdendo quanto ha di più prezioso.

Alessandro e Chiara alla consegna del premio Socially Correct

L’AZZARDOPATIA

Come la dottoressa Mainolfi – dirigente Comunicazione del Ministero della Salute – e gli altri esperti psicoanalisti hanno discusso nel dibattito tenutosi in occasione della premiazione, i numeri da sempre fanno parte della vita dell’uomo. Si interpellano i numeri per cercare di dare un ordine dall’esterno al disordine che l’uomo prova all’interno. Da che esiste la cultura e le società, esistono i numeri. Si scandiscono i giorni della settimana, si scandisce il tempo, si definiscono le stagioni e si gioca coi numeri, tentando “la sorte”. Tentando di dare un senso a ciò che non ha senso. Per ricevere un bagliore di luce lì dove tutto appare oscuro.
Da che esistiamo, cerchiamo stratagemmi per trovare risposte a enigmi impossibili da risolvere. E ci convinciamo di tali risposte. Ci affidiamo al caso, alla fede, alla fortuna. Ci ossessioniamo quando c’è qualcosa in noi che vacilla, e cerchiamo di trovare un equilibrio, di riassestarci, di tappare buchi. Diventiamo dipendenti, al punto da non saper più trovare il controllo da soli, ricercandolo in qualcosa al di fuori di noi.

Ecco che una campagna Socially Correct come questa sull’azzardopatia intende riportare alla realtà chi ne soffre, a una realtà che gli si sta sgretolando tra le mani, al di fuori della coscienza e della razionalità.
È una campagna che intende far luce su questa coscienza attraverso precise parole incisive e immagini che attraversino lo sguardo per arrivare direttamente all’animo, modificando disposizioni mentali e comportamenti durativi nel tempo. Questo è il lato più umano della pubblicità, che, se riesce nel suo obiettivo, può fare del bene al mondo.

Cpo vince Socially correct!

giugno 24, 2019

Abbiamo appreso con grande soddisfazione che Alessandro Bongermino e Chiara Fasolino, studenti Cpo che hanno partecipato alla 12° edizione del CONCORSO SOCIALLY CORRECT 2019

“L’AZZARDOPATIA – QUANDO IN GIOCO C’E’ LA VITA”

sono vincitori!

La loro campagna per il Ministero della Salute, sviluppata sotto la guida del Professor Marco Livi, sarà presentata durante il Festival di Spoleto presso il Cinéma Sala Pegasus il 12 luglio 2019 alle ore 18.00. Qui il programma della premiazione.

Complimenti a Chiara e Alessandro che hanno partecipato con coraggio e impegno, dimostrando di potercela fare, e al prof. Marco Livi che li ha accompagnati alla vittoria!

Prossimamente un resoconto del loro progetto.

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Aggiornamento:

Il Jazz a Fano: un festival nazionale, una comunicazione nazionale

aprile 26, 2019

Amerigo Marcelli, studente Cpo del secondo anno, racconta la sua esperienza come partecipante al contest Fano Jazz 2018 e componente del gruppo vincitore, insieme a Francesca Di Girolamo e Guido Landini.

Panoramica del Festival Fano Jazz By The Sea 2018 e obiettivo del contest:

Fano Jazz By The Sea 2018 è stata un’iniziativa fortemente sostenuta da tutte le entità pubbliche del luogo come ad esempio il Comune di Fano e la Regione Marche. Un festival di qualità culturale e musicale che ha visto esibirsi sul palco artisti del calibro di Dee Dee Bridgewater, John McLaughlin, Herbie Hancock, Bill Frisell, Art Ensemble of Chicago. Per la selezione degli spettacoli e la qualità di questi, il festival si è consolidato come uno dei principali appuntamenti musicali estivi italiani.

L’evento si è svolto in numerosi stage concentrati nel centro storico di Fano. Jazz Village o Young Stage, di particolare importanza per il cliente, è stata una novità che ha visto il succedersi di jam session, workshop musicali per ragazzi e bambini, aperitivi in jazz con prodotti del territorio e particolari concerti jazz. Il Main Stage ha visto come ambiente regio la Rocca Malatestiana, una perla storica di Fano, che ha ospitato artisti jazz di fama internazionale.

Particolare e attuale è stato l’Exodus Stage ambientato nella Pinacoteca San Domenico, che ha voluto dare voce alla musica jazz frutto della contaminazione tra culture diverse nel tempo e nello spazio: la migrazione è stato il tema che ne ha fatto da padrona. Numerosi altri spettacoli e incontri letterari si sono svolti in altrettanti stage, dall’Ex Chiesa San Leonardo alla Chiesa San Pietro In Valle fino al Lungomare di Fano.

Nell’ultima giornata il festival ha chiuso con un grande evento alla Golena del Furlo presso la Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo.

In occasione dell’incontro di apertura del contest promosso dalla Colonia della Comunicazione, Adriano Pedini Art Director di Fano Jazz Network si è presentato ai comunicatori partecipanti al contest. Con professionalità e dati alla mano ha esposto la situazione che si andava prospettando per Fano Jazz By The Sea 2018 nonché la 26° Edizione del Festival.

Lo scopo consisteva nel pubblicizzare il festival che si sarebbe svolto tra il 21 e il 29 Luglio 2018 e gestire le attività comunicative correlate nei periodi antecedenti e successivi alla manifestazione.

Nel particolare l’obiettivo era far conoscere l’attività del festival in italia, considerando che il pubblico è multiculturale e proviene da diverse parti d’Europa. In questo senso è stata richiesta la progettazione di un piano editoriale al fine di informare e coinvolgere il pubblico, sviluppare conversazioni e interazioni online, che potessero anche trasformarsi in conversioni, intese come acquisto di biglietti del festival o partecipazione ad attività collaterali.

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Fano Jazz By The Sea invade la città

Il coraggio di mettersi in gioco: i punti salienti della progettazione della campagna di comunicazione

Scegliere di mettersi alla prova per contest simili non è mai una scelta semplice, perché significa impiegare tempo ed energie. È a tutti gli effetti un lavoro nel campo della comunicazione e pubblicità. Ma sono scelte che dobbiamo fare, perché un corso può darti le nozioni, ma senza pratica non è un settore dove si può essere concorrenziali.

Sicché, zaini in spalle, e con il mio team partiamo per questa avventura.

La fase di progettazione si è svolta lungo un periodo che per comodità suddividerò in tre parti.

Una prima parte preliminare che si è diramata nelle seguenti fasi:

  • Analisi delle piattaforme social e il loro utilizzo nelle due edizioni precedenti (analisi qualitativa e quantitativa delle interazioni con attenzione alla struttura dell’audience);
  • Analisi dei competitor;
  • Individuazione pro e contro delle campagne comunicative precedenti;
  • Reperimento informazioni più approfondite dal Social Media Manager, al fine di calibrare al meglio le strategie comunicative.

Una seconda parte fatta di pianificazione della campagna comunicativa e delle strategie connesse che si è diramata nelle seguenti fasi:

  • Ideazione del concept alla base della campagna chiamato “Humanized Jazz”. Il jazz è musica generalmente percepita come colta, per pochi. Ma il jazz è di più. È fatto prima di tutto da persone. Allora raccontiamo il volto umano del jazz, fatto di esperienze, di gente presente al Festival;
  • Ideazione conseguente di un tone of voice e un hashtag caratteristico e originale;
  • Produzione di un piano media partnership per l’aumento della notorietà basandosi sulle esigenze del cliente di tipo turistico, internazionale, agganciare i giovani, e non perdere lo zoccolo duro.
  • Decisione di procedere nella progettazione del piano editoriale sfruttando il visual content marketing in tutte le sue innovative forme mediatiche (come time lapse, slow motion, GIF, boomerang, superzoom, dirette live, stories…);
  • Decisione di produrre articoli che raccontassero il Festival ed in particolar modo il suo lato ecosostenibile e green al fine di posizionare meglio sui motori di ricerca il sito web, dove le persone trovavano i biglietti da acquistare;
  • Decisione di coinvolgere maggiormente il pubblico online con tecniche di audience engament: re-post, interviste…

Una terza parte dedicata nel particolare alla produzione di un piano editoriale di social media content basato sul piano di comunicazione e le strategie pensate in precedenza.

In questa fase abbiamo pensato di strutturare il piano editoriale in una fase PRE “fredda”, una fase PRE “calda”, una fase DURANTE e una fase POST. Ogni fase del piano editoriale si è caratterizzata di rubriche pensate in base all’oggetto, alla data, alla piattaforma e all’obiettivo.

Il progetto è pronto non resta che aspettare il verdetto..!

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La vittoria e l’esecuzione del piano di comunicazione raccontata per mezzo di dati:

Vincere un contest è sempre un’emozione.

Ma il tempo di riprendersi dall’entusiasmo è stato poco e in breve tempo è arrivato il momento di FARE tutto ciò che abbiamo progettato.

Quali sono stati i punti che probabilmente ci hanno permesso di vincere?

Senza ombra di dubbio direi la coerenza del nostro piano editoriale di social media content meticolosamente preparato nei minimi dettagli, e l’aver risposto a tutte le esigenze che il cliente aveva.

Credo personalmente che la cosa più importante che si deve fare quando si prepara un piano di comunicazione ad un cliente, sia proprio farlo plasmato sulle sue esigenze, con un tocco di originalità e creatività, ma ripeto: il cliente prima di tutto!

Dal 4 Giugno al 31 Luglio 2018 abbiamo lavorato duramente tutti i giorni per creare contenuti creativi ed adattati alle piattaforme, seguendo determinati obiettivi pianificati in precedenza.

In questo periodo il Social Network dove la nostra comunicazione si è concentrata maggiormente è stato Facebook che ha registrato un sensibile aumento di “Mi Piace” alla pagina (+2290) senza l’utilizzo di campagne promozionali specifiche ma come conseguenza alle interazioni ottenute (engagement) che risultano in totale 40439 tra reactions, commenti e share. La Pagina Facebook ha inoltre raggiunto le 5 stelle su 5 in merito alla media di gradimento sulla base delle recensioni di ben 120 persone. Le persone raggiunte (reach o copertura) sono state ben 1072438 in totale (più di 1 milione!) mentre il numero delle impressions o visualizzazioni è stato pari a 1683988 (quasi 2 milioni!) sulla base di 209 post.

Altri Social Network sono stati presi in causa nell’esecuzione del piano di comunicazione: Twitter e Instagram. Twitter ha ottenuto ben 28700 visualizzazioni. Instagram invece ha ottenuto in totale 3399 like su 80 post in totale. Le impressions sono state 44994 per una media di 563 impressions a post. La copertura è stata pari a 36374. Le Instagram Stories sono state ben 94 nei soli giorni del Festival.

Un lavoro, un’esperienza.

Beh infine che dire, personalmente l’esperienza è stata fantastica, ogni mia richiesta di aiuto, ogni perplessità, sono state affrontate dal team di Fano Jazz Network con grande professionalità.

Ho imparato tanto, e lavorare con loro è stato un onore.

Ho avuto modo di divertirmi lavorando, essere coccolato dai loro cibi biologici a kilometro zero e fiumi di birra. Ah e l’acqua veniva fuori da rubinetti posizionati nel Jazz Village, un vero e proprio villaggio che viveva fuori dalle mura della Rocca Malatestiana.

Ho anche avuto modo di entrare nel vivo della musica Jazz, mai prima ad ora avevo avuto il piacere di capirne la bontà. Ho imparato che non è musica per pochi bensì è una musica del popolo, frutto della contaminazione.

Lavorate giovani comunicatori, lavorate tanto e costantemente mentre studiate perché i nuovi MEDIA CAMBIANO E NON CI ASPETTANO.

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Un ringraziamento speciale alla simpatia che ci ha accompagnato in molti momenti di The Fun Indian Guy

 

 

Amerigo Marcelli

Concorso Socially correct 2019: AZZARDOPATIA: QUANDO IN GIOCO C’E’ LA VITA

aprile 9, 2019

CALL per gli studenti in corso:

L’Associazione “Paolo Ettorre – Socially Correct” invita gli studenti CPO a partecipare alla 12a edizione del concorso di comunicazione sociale “Socially Correct”, il cui tema è l’azzardopatia. La campagna vincitrice diventerà la campagna di comunicazione istituzionale per il Ministero della Salute. E’ prevista la diffusione della campagna a livello nazionale su TV, radio, stampa e web, dando agli studenti la possibilità di veder realizzato ai massimi livelli il loro lavoro creativo.
L’Associazione conferisce alla “coppia creativa” vincitrice il  prestigioso premio Socially Correct, uno stage di sei mesi presso la sede di Roma dell’agenzia Saatchi&Saatchi
La presentazione della campagna avverrà il 12 luglio 2019 durante l’evento di premiazione Socially Correct nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Troverete la Lettera d’Invito, il Brief Creativo e il  Regolamento del Concorso sul sito dell’Associazione qui
Agli studenti Cpo che partecipano è offerto un supporto da parte del prof. Livi, della Colonia della comunicazione.

Vincere è difficile ma possibile, è capitato una volta nella storia di Cpo e ci piacerebbe ripetere!

Leggete bene il regolamento e se siete interessati segnalate la vostra partecipazione al prof Marco Livi a marco.livi@uniurb.it entro il 13 aprile 2019.

La COLONIA vede rosso

gennaio 30, 2018

Nell’anno accademico 2017-2018 la COLONIA della  comunicazione ha attivato una collaborazione con Croce Rossa Italiana – Comitato Pesaro, la cui prima azione è un contest rivolto agli studenti Cpo e del terzo anno di Imp.

Il contest riguarda la progettazione di una campagna di comunicazione online e offline che ha come obiettivi prioritari quelli di incrementare la conoscenza e il pubblico dellevento Run for Red cross, che si svolgerà a Pesaro il 22 Aprile 2018 alla sua seconda edizione dopo la prima fortunata del 2017.

Il contest è stato presentato a dicembre, i gruppi di studenti sono già al lavoro, stay tuned!

Fano Jazz By The Sea 25° edizione: attività online firmate CPO

settembre 14, 2017

Il 2017 è stato l’anno della 25° edizione di Fano Jazz By The Sea, il festival musicale che ogni estate porta nella città i più grandi musicisti jazz del panorama italiano e internazionale. Tranne che per una sfortunata serata in cui una bufera di pioggia e vento ha colpito la Rocca Malatestiana, la manifestazione è stata un successo senza precedenti, grazie all’infaticabile staff di Fano Jazz Network.

L’attività promozionale del festival è stata costante e, sulla scia degli anni scorsi (QUI il resoconto dell’edizione 2016), a celebrare le Nozze d’Argento tra Fano e il Jazz By The Sea sono stati anche gli studenti del corso di Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, grazie all’ormai consolidata collaborazione tra l’università e Fano Jazz Network.

Oltre 10 sono stati i gruppi di studenti che hanno presentato le loro proposte per la campagna di comunicazione della 25° edizione di Fano Jazz By The Sea, di cui soltanto uno vincitore, formato da noi due: Andrea Careddu e Mariachiara Montebello.

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La nostra proposta

Il modo migliore per raccontare la nostra esperienza è partire da ciò che abbiamo proposto. La nostra campagna non è stata particolarmente innovativa: abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze del cliente, proponendo contenuti che fossero in linea con un’edizione elegante e abbastanza sobria come la numero 25.

La proposta da noi avanzata è stata piuttosto fortemente basata su un attento studio dei festival concorrenti, dei contenuti che per loro sono stati più performanti, della quantità di pubblicazioni da proporre, senza perdere di vista le tendenze dei social media. Tendenze che, inevitabilmente, portano sempre più verso i contenuti visuali, dunque immagini e video.

Abbiamo perciò proposto una campagna storica che ha ripercorso le edizioni del festival dal 1993 ad oggi: 24 tappe di un viaggio raccontato con cadenza regolare per accompagnare il pubblico sino a quest’anno: la 25° edizione di Fano Jazz By The Sea.

Il Festival

Non è mai semplice essere parte di un gruppo di lavoro. Non è facile essere parte di un gruppo di lavoro che si forma da zero, è ancora meno semplice integrarsi nei meccanismi di un gruppo di lavoro già consolidato. Nonostante qualche difficoltà iniziale, abbiamo imparato giorno dopo giorno a relazionarci al meglio con lo staff di Fano Jazz Network, e dopo poco tempo siamo stati in grado di renderci praticamente autonomi nella creazione, nella gestione e nella pubblicazione dei contenuti.

Un festival del genere deve essere comunicato abbondantemente durante il suo svolgimento, senza però esagerare. Perciò abbiamo cercato di utilizzare al massimo le piattaforme più adatte ai contenuti visuali: Facebook (soprattutto video e video in Diretta) e Instagram (anche qui video e, nonostante il loro essere temporanee possa scoraggiare, Instagram Stories).

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Il tutto, ovviamente, con la giusta dose di divertimento e godimento del festival, e delle decine di artisti di grande spessore che si sono alternati tra le varie location di Fano Jazz By The Sea 2017.

Risultati: qualche numero

Lavoro non è solo impegno, serenità e divertimento. Lavoro è anche – giustamente – il risultato che lo stesso lavoro porta. Perciò ecco, in conclusione della nostra esperienza, qualche dato sulle performance dei social durante i giorni del Festival. Una premessa è d’obbligo: non tutti i post pubblicati durante la manifestazione sono stati una nostra idea, visto che i post da noi proposti, prima e durante il festival, si sono dovuti integrare con una programmazione preesistente e indipendente dalla collaborazione tra Fano Jazz Network e CPO.

Su Facebook abbiamo avuto una copertura ottima, con oltre 260 mila persone raggiunte. I 126 post sono stati condivisi in media 3 volte con 23 apprezzamenti/reactions. L’engagement è stato dell’1,28%. Il contenuto più performante è stato il video timelapse del riempimento della Rocca Malatestiana in occasione del concerto di apertura del festival, di Michael Nyman, il 23 luglio.

Su Instagram le performance sono state qualitativamente superiori. Oltre 22 mila persone raggiunte, media di 40 like per post, engagement del 8,79%. Anche su Instagram, i contenuti più performanti sono video.

Risultati che rispecchiano quelli raggiunti in termini di vendita dei biglietti, di partecipazione del pubblico alle attività del Jazz Village, e, soprattutto di entusiasmo, ingrediente essenziale per assicurare il futuro di un festival che cresce e si rinnova di anno in anno e che non vede l’ora di stupire ancora il suo pubblico nella prossima edizione 2018.

La COLONIA ama la musica

marzo 19, 2017

Si è appena conclusa l’edizione 2017 del contest per la comunicazione del Fano Jazz Festival (presto notizie sul progetto vincitore qui sul blog), e la COLONIA riparte con un nuovo concorso aperto come al solito agli studenti della magistrale Cpo e del terzo anno della triennale Informazione Media e Pubblicità.
Il concorso “Rossini in viaggio“, frutto della neonata collaborazione tra la COLONIA e la Filarmonica Gioachino Rossini, invita gli studenti a realizzare un video promozionale con l’obiettivo prioritario di far conoscere l’orchestra e i suoi progetti sul web e nei canali di comunicazione pubblicitaria.

Il brief con la committenza è lunedì 20 marzo presso Pesaro Studi, ore 13,40, il bando è scaricabile qui. Scadenza per la presentazione dei video al concorso: 10 giugno 2017 (come da istruzioni sul bando).

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DistrAction: presentato il video contest sulla sicurezza stradale

giugno 10, 2016

Hisilicon Balong

Interviste, spot e brevi filmati per una campagna di sensibilizzazione sociale sul fenomeno della disattenzione stradale. Il video contest DistrAction, promosso dall’assessorato alla Sostenibilità e dal nostro Dipartimento (Discui) è stato presentato l’8 giugno alla stampa nella Sala Rossa del Comune di Pesaro. Hanno preso parte alla conferenza l’assessore alla Sostenibilità Rito Briglia, il mobility manager Thomas Flenghi e per l’Università di Urbino, la Prof.ssa Roberta Bartoletti e una studentessa del corso in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni.

Il progetto vede il corso CPO coinvolto da molto vicino. Innanzitutto per l’attività di ricerca, coordinata dalla stessa professoressa Bartoletti e condotta da Francesco Sacchetti e Alessandro Fiori (a capo anche della direzione creativa e delle strategie di engagement). Ma anche per il social media management a cui collaborano cinque dei suoi studenti e per la partecipazione di nove gruppi CPO che infoltiranno la schiera di coloro che si daranno battaglia per girare il video più efficace.

Perché realizzare una campagna di sicurezza stradale proprio sulla disattenzione? Nelle Marche la distrazione è la prima causa di incidenti nelle strade extraurbane e tra le prime tre nelle strade urbane, colpendo prevalentemente i giovani tra i 18 e i 29 anni. Il punto di partenza per una riflessione sul tema è offerto dal risultato dei quattro focus group realizzati a Pesaro con studenti universitari. Le pratiche che portano alla disattenzione? Fare più cose contemporaneamente, l’utilizzo dello smartphone (anche per i pedoni) e dare ascolto agli amici mentre si è alla guida. Oppure, sottostimare i pericoli e le insidie che possono derivare dalla guida di un mezzo, anche da uno dei più semplici come la bicicletta.

Questi e altri spunti saranno utilizzati all’interno dei video che partecipano al contest, che prevede come premio finale un mese di ospitalità per quattro vincitori presso i servizi del Comune di Pesaro e dell’Agenzia per l’innovazione. Al concorso possono partecipare studenti universitari residenti a Pesaro e iscritti in qualsiasi ateneo italiano o studenti iscritti a corsi universitari con sede a Pesaro. Possono essere presentati uno o due video, fiction o documentari, finalizzati a sensibilizzare alla sicurezza stradale e agli effetti negativi di una guida disattenta. La scadenza del concorso è fissata per il 5 ottobre 2016. Per tutte le informazioni potete seguirci su www.facebook.com/distractionpesaro e sulla pagina web www.pesaromobilita.it/index.php?id=17175
gruppo distraction
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LAUREATI CPO AL LAVORO: tra concorsi e stage, l’esperienza di Thaila Vesnaver

settembre 3, 2015

vesnaver thaila«Il Cpo mi ha aiutata a ingranare la marcia e farmi trovare sempre pronta e preparata per cogliere al volo nuovi stimoli e opportunità, grazie alla buona preparazione teorica e pratica offerta dal corso». Thaila Vesnaver, attualmente addetta alla comunicazione aziendale per Harpo SPA, ci racconta in maniera entusiasta il suo passaggio dalla sua carriera universitaria a quella lavorativa.

– Partiamo della vittoria nel contest “On the Move 2013”. Come sei venuta a conoscenza del concorso? Quale, secondo te, si è rivelata la carta vincente?

«Al CPO ricordo che eravamo quasi tutti molto attivi sul fronte dei contest, pieni di entusiasmo e con tanta voglia di imparare. Per quanto riguarda On The Move, è stata la nostra insegnante di Comunicazione Pubblica Gea Ducci a comunicarci dell’esistenza del concorso. Indetto da Pubblicità Progresso, il tema di On The Move riguarda ogni anno una questione sociale diversa. Due anni fa l’argomento era la sensibilizzazione a favore della donazione di organi. Veniva offerta la possibilità di partecipare in team o individualmente. In quel momento al CPO eravamo tutti molto occupati, perciò mi sono ritrovata da sola. Nonostante stessi partecipando a un altro contest, mi sono detta: perché non provare lo stesso? Ho partecipato scrivendo un comunicato stampa su una notizia di fantasia. Per questo lavoro è stato fondamentale il corso di Teorie e Tecniche della Narrazione tenuto dal prof. Giovanni Cattabriga che ci ha introdotto nel mondo della narrazione. Così, ho recuperato quello che avevo imparato durante le lezioni e ho provato a metterlo in pratica per il protagonista della mia storia, un fegato: personificandolo, ho favorito l’immedesimazione del lettore nella storia. La tecnica ha funzionato, e tutto ciò che ne è seguito è stato fantastico. Ho partecipato alla conferenza annuale di Pubblicità Progresso e ho parlato per la prima volta su un palco in veste professionale. Come premio ho avuto l’occasione di visitare il Parlamento Europeo insieme ai ragazzi ideatori degli altri quattro lavori vincitori e di entrare al Quirinale, dove ho conosciuto di persona l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».

– Lo stage: parlaci della tua esperienza in Exea Web.

«In Exea ho svolto un tirocinio curriculare di quattro mesi in cui ho lavorato come Project Manager Online: mi occupavo del coordinamento delle varie figure interne, dei rapporti con il cliente e della gestione operativa dei servizi di web marketing. Penso che sia stata l’esperienza più impegnativa della mia vita ma volevo apprendere realmente un mestiere ed è quello che effettivamente mi ha dato Exea. Non è stato facile, ma ho imparato a conoscere i miei punti di forza e quelli di debolezza. Ho davvero scoperto i meandri del web marketing e credo che chiunque voglia lavorare in qualsiasi ambito nella comunicazione nel 2015, secondo me, non può non conoscerli».

– Sul tuo profilo LinkedIn citi numerose attività: puoi parlarci in particolare di Copywriting, Web Analysis e Benchmarking Research?

«Durante il mio stage in Exea dovevo tenere conto del fatto che ogni cliente aveva esigenze differenti, perciò non svolgevo le stesse attività per tutti. Per quanto riguarda il copywriting mi occupavo della stesura di articoli per blog, siti e magazine online, spaziando tra settori come la nautica, il make up, il marketing e la comunicazione, il no profit, l’arredamento. La web analysis invece è un’attività che viene svolta quasi sempre dalle agenzie di comunicazione: si tratta di leggere e interpretare i dati in modo da prendere consapevolezza non solo dei risultati, ma anche dei “bug” da risolvere. Il web marketing è un’attività che non offre garanzie, perciò è bene monitorare sempre i suoi andamenti attraverso strumenti di analisi dati. Io lavoravo principalmente con Facebook Insights per le analisi di Facebook e Google Analytics per gli accessi al sito. I report che si elaborano generalmente ogni mese, ma dipende dal tipo di attività, dalla specializzazione dell’agenzia e dalle esigenze del cliente. Infine l’attività di benchmarking riguarda l’analisi e il monitoraggio dei movimenti dei competitor: tenere sempre sott’occhio la concorrenza è essenziale per prendere spunti, per imparare dagli errori e dai successi degli altri. Maggiore è la consapevolezza del mercato, maggiore sia la probabilità di agire in maniera corretta».

– La tua carriera in Harpo. Di cosa ti occupi esattamente? All’interno di una società di questo tipo, quale strategia di comunicazione è più adatta?

«Harpo è una realtà profondamente complessa. La sede di lavoro è curiosa perché accanto agli uffici sono presenti i laboratori, la fabbrica, il magazzino e il punto vendita. Penso che questa sia una soluzione ottima per favorire la comunicazione interna che spesso in realtà così grandi e articolate rischia di essere compromessa. Harpo è una società sotto il cui nome sono raggruppate cinque divisioni che operano in quattro mercati scollegati tra loro. La nostra rete comunicativa, oltre a viaggiare tra i funzionari interni, gli agenti e i rivenditori, si sviluppa tramite l’agenzia di stampa, l’agenzia di comunicazione, lo studio grafico e lo studio di programmazione. Io gestisco la comunicazione online e in particolare mantengo i rapporti tra tutti coloro che ne sono coinvolti: strategia, pianificazione e coordinamento sono le mie mansioni principali, ma in alcuni casi sono attiva anche sul piano operativo.

 

harpo triesteCiò che maggiormente trovo stimolante – ci spiega Thaila –  è la responsabilità e l’autonomia di azione, ma ho trovato anche molto formativo il rapporto che si è instaurato con i nostri fornitori che ci aiutano a definire le strategie per le diverse divisioni. Per esempio quello della geotecnica è un mercato di nicchia che si rivolge a un target molto specializzato: parliamo di professionisti da una parte ed enti pubblici dall’altra. In seguito a un’analisi di benchmarking, abbiamo deciso di aprire il canale LinkedIn. Abbiamo appurato che avevamo a che fare con un’utenza ristretta ma di altissima qualità: in questo caso le analisi dei dati ci hanno permesso di vedere come alcuni profili siano giunti al nostro sito tramite i profili sui social network e li abbiano navigati per più di 40 minuti, visualizzando una quantità considerevole di contenuti. Non sempre un alto tempo di permanenza sul sito e un alto numero di pagine visualizzate rappresenta un dato positivo ma nel nostro caso è stato interessante vedere come i nostri messaggi siano recepiti in maniera attiva. Per sandtex pitture e verdepensile, miriamo invece a sviluppare awareness nel pubblico. Per sandtex per esempio abbiamo già cominciato a coinvolgere attivamente gli agenti, e a breve lavoreremo insieme ad alcune rivendite. Per sandtex cementi e seic invece, ambiti più settoriali, siamo partiti subito con una strategia più mirata».