La storia che vi proponiamo oggi è quella di Ivan, un ragazzo che ha scelto di lavorare come freelance per poter fare continuamente fronte rispetto alle nuove esigenze del mercato.
Ivan, cominciamo dall’inizio! Raccontaci della laurea.
Mi sono laureato al CPO nel 2009, con una tesi in Sociologia delle Organizzazioni dal titolo “Comunicare le Piccole e Medie Organizzazioni nell’Era Postmoderna”. Sei mesi prima avevo iniziato uno stage proposto dall’università presso il COSMOB – centro tecnologico marchigiano, dedicato al settore legno-arredo, dove mi sono ritrovato ad creare l’ufficio comunicazione del centro e sviluppare servizi di comunicazione tecnica per le aziende del mobile.
Dopo la laurea, lo stage si è trasformato in una collaborazione che è durata per 3 anni, durante i quali ho anche continuato a portare avanti progetti sia come libero professionista che in team con alcuni colleghi ex-CPO con i quali abbiamo fondato il gruppo creativo OpenLance.
In questi anni ho anche scoperto il mondo della media education, partecipando come trainer ad un progetto Europeo, promosso dal network internazionale di comunicatori Net-One – media for a united world e tenendo alcuni interventi in conferenze sulla comunicazione relazionale ed i social network.
Un inizio con con tutti i crismi!!! E dopo?
L’esperienza al COSMOB è stata molto utile ed interessante, ma ad un certo punto ho capito che era arrivato il momento di fare qualcosa di diverso, perciò ho deciso di licenziarmi ed aprire partita IVA, per offrire alle piccole e medie organizzazioni servizi di Social.COMunication (campagne pubblicitarie, strutture web, eventi social, community management, consulenza mirata, formazione all’uso dei social network, ecc…) e partecipare come formatore a progetti europei di media education.
Il primo anno non è stato facile, re-inventarsi freelance è una sfida a tutto campo… decidere a chi rivolgersi, cosa offrire, i prezzi da fare, capire come farsi pagare in tempi ragionevoli… insomma bisogna crearsi una propria “mappa” per affrontare il mercato, e specialmente all’inizio capita di sbagliare.
Ma poi le cose migliorano, si dice che “lavoro chiama lavoro”, e fino ad oggi questa è stata la mia esperienza, ogni lavoro fatto è stato un ponte verso un’altro potenziale cliente, e quando i clienti cominciano a tornare per altri lavori, capisci che ce la puoi fare. Non è solo una questione di “lavoro” o di “soldi”, fare il libero professionista mi permette di lavorare in progetti che mi appassionano veramente dove voglio e riesco a dare il massimo. La libertà di azione che l’essere freelance permette e la sensazione di avere il controllo del proprio destino professionale è davvero soddisfacente.
Hai consigli per i nostri nuovi studenti Cpo?
Personalmente, dal CPO, ho ottenuto molto di più di quello che mi aspettavo … possibilità di mettere in pratica la teoria in progetti di gruppo ed individuali, rapporto diretto con i professori, lezioni interattive, contatto diretto con il mondo del lavoro sia grazie agli stage, che a concorsi e seminari, ma anche grazie ad alcuni professori che non portavano solo una visione “teorica” ma anche la loro esperienza/conoscenza pratica del mercato, e la condividevano con noi…
…insomma ho iniziato a fare siti web e lavori di grafica all’età di 15 anni, e la laurea triennale mi ha dato una ottima base teorica, ma è stato grazie al CPO che sono riuscito a fare il salto di qualità che mi ha permesso di scegliere la strada professionale che volevo. Inoltre gli anni passati al CPO sono stati davvero favolosi anche dal punto di vista personale, grazie ai fantastici compagni di corso con i quali ho condiviso esperienze indimenticabili.
Un consiglio che posso dare ai futuri CPO è quello di sfruttare al massimo le opportunità che il corso offre… quindi frequentare il più possibile le lezioni, essere pro-attivi durante i lavori di gruppo, non avere paura di sbagliare o fare domande, partecipare ai concorsi ed ai seminari, e specialmente coltivare le relazioni personali con i compagni di corso e con i professori, una rete relazionale creativa ed attiva come quella del CPO è qualcosa che vi rimarrà per tuta la vita.
Condivido decisamente, Ivan!!! Grazie!
Prima di salutarti, però, vorrei sapere dei tuoi progetti per il futuro!
Mentre scrivevo la tesi al CPO, mi sono accorto che esistevano tante teorie, mappe e strumenti dedicati alle grandi realtà organizzative, ma per le piccole e medie organizzazioni c’era poco o niente, eppure compongono oltre il 93% del tessuto socio-economico italiano. Quindi lavorando per piccole realtà, ho dovuto inventarmi una mappa personale, cercando, adattando ed a volte creando gli strumenti cognitivi, le matrici e le procedure necessarie per strutturare processi di comunicazione nelle PMO.
Ho passato buona parte degli ultimi 4 anni, a lavorare a questo “framework”, che ho chiamato O.P.E.N. I.D.E.A. sfruttando ogni occasione professionale per sperimentarlo e migliorarlo, nelle prossime settimane lo rilascerò come un progetto open source sotto licenza creative commons, affiancandoci entro qualche mese anche un workbook ed un workshop per piccole e medie organizzazioni interessate ad implementarlo.
Nei prossimi anni ho intenzione di portare avanti questo framework, sia migliorandolo, che facendo progetti in grado di dimostrarne l’efficacia e permetterne una maggiore diffusione, oltre ovviamente a continuare il mio lavoro come freelance Social.COMunicator e Media Educator, il tutto possibilmente in Italia o almeno dall’Italia.
Chi lavora nel mondo della comunicazione sa che ogni giorno ci sono nuove sfide in arrivo, molte di queste non erano nemmeno prevedibili 5 anni fa, ma chi ha fatto il CPO sa di avere delle basi solide su cui costruire il proprio futuro.
Ci ritroviamo la prossima settimana per un’altra intervista ad un laureato CPO!!!